Quanti dubbi avete sull’utilizzo corretto delle frasi in italiano? Un’infinità vero? Chissà quante domande vi ponete sulla grammatica, sui tempi e sui modi verbali e sul contesto nel quale una frase deve essere pronunciata in modo appropriato. Quanti interrogativi! E a proposito di domande, sapete che in italiano non tutte le frasi interrogative vengono usate come domande con l’intento di ottenere una risposta? A volte una domanda non serve a richiedere informazioni all’altra persona ma ad esprimerle il nostro parere o la nostra incertezza, ad esortarla, spronarla, coinvolgerla. Parliamo delle frasi interrogative volitive, retoriche e dubitative. Andiamo a vedere cosa sono e togliamoci i dubbi.

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Le interrogative volitive sono domande usate per esprimere un consiglio, un’esortazione, un divieto, un desiderio da parte di chi pone la domanda di imporre la propria volontà all’altro. Sono spesso precedute dall’avverbio “non” e quindi espresse in forma negativa. Qualche esempio? Non dovresti smetterla di mangiare patatine fritte?, Non pensi che dovremmo iscriverci in palestra? Non credi sia ora di uscire per andare al cinema? Perché non provi ad imparare a cucinare?

Le interrogative retoriche sono frasi che anche se poste in forma di domanda prevedono solo una risposta positiva (e piuttosto ovvia) e sono quindi più che altro affermazioni espresse in modo interrogativo. A volte rappresentano anche una forma di rimprovero. Si utilizzano spesso gli avverbi “non”, “non è vero”, “ma”. Ad esempio: non ti è piaciuto il film, vero? Era noioso quel libro, non è vero? Non credi che Marco sia troppo sfacciato? Si gela oggi, vero? Non credi che questo vestito mi stia troppo largo? Ma non dovevamo vederci alle 11? Non dovevi accompagnarmi a lezione di danza? Cosa c’è di meglio di un giro per negozi per far passare il malumore?

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Cosa sono invece le interrogative dubitative? Sono anch’esse domande che non richiedono una risposta vera e propria ma esprimono appunto un dubbio, una perplessità, una supposizione. Possono essere introdotte dalla particella “che” e quindi richiedere il verbo al congiuntivo: mi sembra di aver sentito una macchina in arrivo. Che sia mamma?, Mi è arrivato un messaggio. Che sia di Andrea? Per esprimere incertezza su una situazione si può utilizzare il verbo all’infinito o al condizionale: ad esempio Che dire rispetto al lavoro di Chiara?, Cosa dovrei pensare della dichiarazione di Daniele?, Dove andare?, Dove trovare riparo?. Si può utilizzare anche l’indicativo futuro: che ore saranno?